Le alberature stradali sono una parte importante del verde urbano che, oltre a contribuire a ossigenare l’aria, sequestrare anidride carbonica e attenuare il riscaldamento climatico, svolge funzioni fondamentali per la vivibilità della città: contribuisce al benessere psicologico (la vista del verde induce un effetto distensivo) e fisico dei residenti regolando il microclima (l’ombreggiamento e l’evapotraspirazione attenuano il riscaldamento dell’asfalto e raffrescano l’aria estiva);
la funzione ornamentale abbellisce la città, rendendola più gradevole e accogliente; le chiome filtrano l’aria abbattendo gli inquinanti, attenuano il rumore, schermano alla vista il cemento e altre brutture ecc. Il verde pubblico è dunque un patrimonio di tutti che merita di essere gestito con la massima cura.
Pertanto, sebbene la presente relazione sia stata redatta a seguito di una richiesta molto circoscritta dell’amministrazione comunale, relativa al dissesto dell’asfalto indotto dai pini, merita precisare fin dall’inizio che il quesito che ci è stato sottoposto è solo un aspetto marginale delle problematiche che affliggono il verde urbano.
Tra l’altro, i pini non sono certo l’unica causa del dissesto stradale: basti pensare ai numerosi chiusini infossati presenti su molte strade che costringono ciclisti e motociclisti a schivarli o a marciare a centro strada (un problema che sarebbe stato evitabile a costo zero sorvegliando i lavori di asfaltatura). Non si comprende perciò perché focalizzare l’attenzione sui soli pini, trascurando le altre cause di dissesto stradale.
Così come non si comprendono la scelta di mettere i cittadini di fronte al fatto compiuto (il taglio dei pini) senza consultare la popolazione e la reticenza nella comunicazione (è stata taciuta la vera finalità: la realizzazione del parcheggio sul marciapiede del viale Colombo). Pur consapevole di tali limiti, soprattutto sul piano della partecipazione e della stessa comunicazione (alcuni dei quali emersi solo in seguito), nella convinzione (o, almeno, nell’auspicio) che rappresentasse un’occasione di avanzare proposte utili alla città che, in quanto scaturite da una richiesta del comune, potessero trovare maggior ascolto.
Perciò, pur non eludendo la richiesta del comune, teniamo a sottolineare con forza che i veri interventi straordinari di cui necessitano le alberature non sono la sostituzione dei pini con altre specie (tantomeno con palme), ma una manutenzione ordinaria all’altezza delle esigenze e la redazione di un piano del verde pubblico. Come vedremo, infatti, il preoccupante degrado delle nostre alberature deriva da limiti culturali legati ad originari errori progettuali (in particolare, impianti arborei troppo ravvicinati), le cui conseguenze sono state aggravate dalla mancanza di investimenti nella formazione professionale degli addetti alla gestione del verde pubblico, evidentemente non considerato un prezioso patrimonio della città.
Molte le soluzioni che sembra il Comune non prenda nemmeno in considerazione ... Inoltre l'Assessorato preposto del Comune di Terni ci riferisca quali consulenti (agronomi ecc.) hanno certificato ogni albero (numerato) all'abbattimento e quali siano le cause di tale abbattimento, chiediamo la sospensione immediata di tale depotenziamento del verde, ci sia una verifica attenta da parte degli organi preposti e una informazione collegiale e popolare del bene che viene abbattuto!!! Inoltre facciamo presente che i molteplici pioppi che saranno abbattuti in Via San Valentino, i pini marittimi e altri alberi, come dinanzi e intorno alla Passeggiata di Terni (giardino cittadino) risultino presso la Regione sotto vincolo ambientale e paesaggistico!!! La legge di riferimento è la n. 10 del 2013, cui sono seguite nel 2017 le “Linee guida per la gestione del verde urbano”, ma ad essere tutelati sono soprattutto i cosiddetti “alberi monumentali”.
Parliamo di soggetti “di particolare valore paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale” del Ministero dell’Ambiente. La legge 10/2013 aveva introdotto anche un catasto per questi alberi che deve essere tenuto dal Comune di appartenenza. Per tutto il resto, però, ci si affida agli agronomi e noi vorremmo sapere a chi è stato affidato tale compito per abbattere tutti questi alberi !!! Le linee guida del 2017, in realtà, indicano in maniera tecnica anche come procedere alle potature, “ma queste vengono fatte spesso in maniera imbarazzante o addirittura eluse”.
Che non sia impossibile salvare le alberature pur dovendo effettuare lavori stradali e, a volte, veri e propri progetti di restyling urbano, lo dimostra il caso concreto di Lignano Sabbiadoro, nota località balneare in provincia di Udine. Qui, su viale Trieste, le nuove tecniche di salvaguardia delle radici dei pini domestici, messe a punto dal dottore forestale Luigi Strazzabosco, in collaborazione con SuPerAlberi, hanno permesso di salvare le alberature. n questo contesto si nota una carenza di conoscenze tra i diversi operatori del settore, Amministrazioni Pubbliche, Agronomi, Forestali, ecc. come poter intervenire per risolvere definitivamente il problema. Il pacchetto stradale drenante (strato di finitura più sottofondo) crea le condizioni ottimali per lo sviluppo e la vita della pianta, risolvendo in modo definitivo il problema rappresentato dalle radici.
Le pavimentazioni “drenanti” a bassi spessori (spessore che va da 5 cm. a massimo 8 cm) garantite con minimo 20 Mpa alla compressione sono state ideate e vengono progettate per realizzare ogni tipo di pavimentazione stradale e rispondere alle esigenze legate al transito veicolare di mezzi leggeri, medi e pesanti ed allo stesso tempo a salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Sono pavimentazioni in grado di ripartire i carichi trasmessi dal piano viabile, siano essi concentrati o ripartiti. Ne consegue che la sovrastruttura risulta poco sollecitata a vantaggio di una maggiore stabilità e durata a fatica nel tempo. Il mix design viene studiato prevedendo una percentuale di vuoti nella miscela tale da garantire il corretto equilibrio tra permeabilità, isolamento acustico e termico e quindi particolare resistenza agli agenti atmosferici, ai fenomeni di gelo e disgelo ed ai trattamenti antigelo.
Altri tipi di pavimentazioni ad alti spessori a base cementizia vengono progettati con spessori che di norma sono di 15 cm. Lo spessore alto del massetto ha il suo primo lato negativo nel peso proprio che va ad insistere sul sottofondo, dove la portata complessiva del sottofondo è sempre la stessa ma il carico che viene sopportato nell’uso è inversamente proporzionale allo spessore. Allo stesso modo il modulo elastico è tanto minore quanto maggiore è lo spessore. In definitiva la pavimentazione con uno spessore di 15 cm avrà una rigidità molto più accentuata di una pavimentazione con minore spessore ed ovviamente una capacità di assorbire eventuali avvallamenti del terreno praticamente nulla.
Le variazioni dovute alle dilatazioni termiche saranno più accentuate negli spessori maggiori e ciò comporterà il verificarsi di fessurazioni più diffuse. Spessori maggiori richiedono movimenti di materie maggiori, scavi e cassonetti di dimensioni maggiori e quindi maggiori costi. Il concetto primario dovrà quindi essere quello dell’utilizzo di materiali più prestazionali con sezioni molto più sottili. Dette pavimentazioni prevedono spesso l’utilizzo di resine e di fibre. La bonifica di aree stradali con presenza di radici Molto spesso si riscontra il fenomeno di risalita sul manto stradale di radici di piante insistenti nelle aree limitrofe alla carreggiata.
Il fenomeno causa la rottura della pavimentazione, la deformazione della superficie con conseguente grave pericolo per il traffico veicolare. La causa che spinge la pianta a far risalire le proprie radici in superficie è l'impermeabilizzazione del suolo che non permette il passaggio dell'acqua e dell'ossigeno che sono condizione essenziale per il nutrimento e la sopravvivenza della pianta. La pavimentazione e relativo sottofondo proprio perché altamente drenanti permettono il passaggio dell'acqua e dell'ossigeno creando tutti i presupposti per consentire alla pianta la normale sopravvivenza. Resta comunque il dilemma di come porre rimedio alle situazioni esistenti che da un lato non permettono il normale transito su un manto molto deformato e dall'altro è impensabile tagliare tutte le radici che sono risalite in superficie.
La risoluzione di questo problema è possibile disponendo di specifiche competenze tecniche in ambito stradale e procedendo come di seguito indicato.
1) Bisogna rimuovere la pavimentazione in conglomerato bituminoso ammalorata sino ad intercettare le radici superficiali della pianta.
2) Livellare il fondo con misto granulare stabilizzato sino a coprire per circa 3-5 cm la sommità delle radici 3) Posare sul fondo così realizzato il tessuto non tessuto
4) completare lo strato di misto granulometricamente stabilizzato con spessore idoneo a seconda del tipo di traffico che la pavimentazione sarà chiamata a sopportare
5) Risvoltare lateralmente i lembi del tessuto non tessuto
6) Procedere alla compattazione del fondo
7) Procedere alla realizzazione della pavimentazione stradale e del sottofondo con spessori adeguati al tipo di traffico che sarà chiamata a sopportare.
Detto intervento sarà risolutivo, le radici percepiscono la presenza del TNT al quale sono intolleranti e disponendo di tutti gli elementi necessari alla loro nutrizione anziché salire in superficie scenderanno in profondità. E’ comunque sempre richiesta un’adeguata valutazione di stabilità della pianta e dell’apparato radicale da tecnico abilitato. Quindi prima lasciare i cittadini dinanzi all'atto compiuto chiediamo informazioni, collegialità con le associazioni di categoria e sopratutto chiediamo la conferma di validità di tali lavori !!! Preso atto noi chiediamo lo stop immediato di questi abbattimenti, che in 2 anni hanno visto abbattere 1000 alberi anche sani !!!
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