Il tormentone della signora angela del coviddi e qualsivoglia non è solo un gioco ma segretamente è un nutrimento di mediocre morale di cui gli analfabeti funzionali vanno ghiotti. Nella fattispecie, un analfabeta funzionale tende di più a credere alla signora di mondello piuttosto che a medici e luminari infatti, troppo spesso ho visto rappresentanti di questa categoria entrare senza mascherina nei pubblici esercizi e ridere in faccia alla richiesta di indossare la mascherina dei titolari o della security dicendo: "Va beh tanto non ce n'è coviddi" e questo potrebbe lasciarci anche indifferenti qualora i fatti sopracitati fossero ben arginati ma così non è perchè in molte attività pubbliche si mitigano analfabeti funzionali e gente più istruita che, per proteggere se stessi e gli altri, indossa la mascherina trovandosi comunque esposti ai rischi del caso (ricordiamo che indossare la mascherina in un contesto come questo non è solo sottostare a una regola ma è principalmente un gesto di responsabilità e prudenza). Con questo sono del parere che il fenomeno "non ce n'è coviddi" non è un semplice "meme" di cui ridere ma sta risultando un deterrente molto pericoloso quando inculcato nella mente di persone che arbitrariamente decidono che non siamo in uno stato di emergenza e che agiscono ancor più in modo irresponsabile e con ulteriore motivazione. A tal proposito ritengo che i media e soprattutto la trasmissione "pomeriggio 5" di Barbara D'Urso ha una grande fetta di responsabilità nell'avere mandato in onda questo spezzone in quanto, non solo ha trasmesso in onda un chiaro episodio di cattiva condotta ma ha anche trasmesso indirettamente un messaggio sbagliato che, sebbene potenzialmente impermeabile alla mente di molti cittadini è riuscito a conquistare il plauso e l'approvazione di chi, per ragioni che non sono pertinenti a questo post, ne ha fatto uno stile di vita con conseguente messa in pericolo del resto della popolazione. Con questa petizione si vuole richiedere l'attenzione delle associazioni a tutela del consumatore e del ministero delle telecomunicazioni affinchè si possano analizzare veramente i fatti e effettuare uno studio reale sull'impatto socio culturale che questo fenomeno così annoverato ha avuto e sta avendo valutando opportunamente le conseguenze dovute alla risonanza della famosa frase e attivare una class action al fine di individuare le giuste responsabilità e stabilire in risarcimento per gli aderenti alla stessa
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