Oggi più che mai crediamo sia importante difendere la legge 194 che ha restituito alle donne dignità e libertà riproduttiva. Nonostante il Ministro Grillo abbia già sottolineato che la legge 194 non sarà oggetto di revisione vogliamo comunque far sentire alle istituzioni la voce delle donne libere ed informate. Già oggi, nei fatti, la legge 194 è in grande pericolo. Spesso accade che se una donna si trova a dover interrompere una gravidanza sia costretta ad andare incontro a mille difficoltà, ancora più complesse da affrontare nella situazione psicologica del momento.
In Italia è difficile trovare medici che siano in grado di comprendere, accompagnare e sostenere nella presa di coscienza ed in tutto ciò che seguo l'interruzione di gravidanza. Se una donna decide di abortire, in Italia subisce pressioni e giudizi intollerabili. E ciò accade anche a ragazze che, dopo un incidente, decidono di assumere la cosiddetta "pillola del giorno dopo".
nIn un paese che si professa "laico" è inaccettabile. Così come inaccettabile e profondamente ingiusta sia la vicenda di Valentina Milluzzo, morta a 32 anni in un ospedale a Catania, dove sembrerebbe che nessuno dei 12 medici obiettori sia voluto intervenire per praticare un aborto d’urgenza e salvarle la vita.
nLe strutture che danno la possibilità di usufruire della legge 194 sono solo una piccolissima percentuale ed ancora meno sono le strutture che praticano l’aborto per malformazioni del feto. Questo, ovviamente, si traduce in una diseguaglianza sociale, perché solo chi ha una certa possibilità economica riesce a rivolgersi alle strutture adatte. Questo perché lo Stato permette l’obiezione anche di medici e infermieri che dovrebbero assistere le pazienti prima, durante e dopo l’intervento.
nNella realtà dei fatti, quindi l’articolo 9 della legge 194/78 che obbliga tutti gli Enti ospedalieri a garantire l’effettuazione delle interruzioni volontarie di gravidanza è disatteso. La legge dev'essere applicata in ogni sua parte e in tutto il territorio nazionale. Non ci basta la rassicurazione che la legge non sarà sottoposta a revisione.
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