I figli innocenti sono costretti a vivere dietro le sbarre per restare con le madri detenute. In alcuni casi fino a tre anni, in altri fino ai 6 anni d'età.
Spesso non ci sono familiari disposti ad accoglierli, in altri casi è la mamma che non se ne vuole separare.
Colpevoli di nulla, questi bambini trascorrono i primi anni della loro vita tra le mura di un penitenziario, in una particolare sezione che poi di particolare ha ben poco rispetto al classico carcere.
Al compimento del terzo anno i piccoli devono affrontare il più grosso dei traumi, il distacco dalla madre e dall’ambiente, l’unico, in cui hanno sempre vissuto. Per entrare in una vita “normale” per i comuni mortali, ma anormale per loro, cresciuti in prigione.
Secondo gli ultimi dati della sezione statistica del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), aggiornati al 31 agosto 2018, sono presenti nelle carceri italiane in tutto 52 madri con 62 bambini, quasi equamente distribuite tra italiane (27 con 33 figli al seguito) e straniere (25 con 29 figli).
Un numero in calo rispetto alla precedente rilevazione del marzo 2018, quando erano presenti nei penitenziari italiani 58 madri con 70 bambini.
Il “record” spetta al carcere di Rebibbia, dove sono presenti 13 donne con 16 figli.
Al 31 maggio del 2018 i bambini sotto i tre anni all'interno di penitenziari - in aree denominate "sezioni nido" – erano otto (con 7 mamme). Qui i bimbi possono restare con le madri fino all'età di 3 anni.
Nei cinque Icam, dove si può restare fino ai 6 anni, ce n’erano - sempre al 31 maggio 2018 - altri 18 (con 15 mamme).
Diversa è la realtà degli Istituti a custodia attenuata per detenute madri (Icam), purtroppo pochissimi in Italia, solo cinque (Milano San Vittore, Venezia Giudecca, Cagliari, Lauro e Torino). Si tratta di appartamenti che ospitano mamme con bambini fino a sei anni, nati in seguito alla riforma della legge 62 del 2011. A differenza del carcere, qui i piccoli vengono presi da volontari alla mattina e portati a scuola. Non ci sono sbarre né divise, ma orari e ritmi rigidi da rispettare. I piccoli rientrano nel pomeriggio. Si tratta pur sempre di una convivenza forzata tra donne e bambini, sicuramente molto più umana rispetto a quella delle carceri
L'obiettivo di questa raccolta firme è chiedere al governo un potenziamento degli ICAM per accogliere TUTTE le mamme detenute con in affidamento i loro bambini e tutelare così il diritto dei bambini di vivere un ambiente sereno come altri bambini della loro età.
I Bambini non hanno colpe per gli sbagli commessi dai genitori, ed è giusto dare loro una speranza di un futuro migliore ed evitare che crescano nuovi delinquenti.
Infine, ma non per ultimo si garantirebbe ai tanti volontari e personale che lavora in questi centri una speranza di lavoro.
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