Emanazione di una norma in grado di modificare annualmente le pene e le sanzioni previste dai codici penale e civile adeguandole alla frequenza dei rispettivi reati nell'anno precedente.
Si chiede l’emanazione di una norma mediante la quale venga introdotta la revisione a scadenze temporali fisse (annuali/biennali) delle sanzioni amministrative e penali previste per ogni reato, affinché siano ricalcolate in aumento o in decremento (a partire dall’anno successivo) in base alla frequenza con la quale sono stati compiuti i rispettivi reati.
In altre parole: ogni anno sulla base delle statistiche dei reati commessi in Italia si procederà ad una revisione (non retroattiva) delle pene relative che saranno aumentate per i reati in aumento in misura pari all'aumento registrato dalle statistiche per il rispettivo reato; per contro, saranno proporzionalmente diminuite per i reati in diminuzione.Le voci che spesso si alzano pregiudiziosamente contro provvedimenti di aumento delle pene, solitamente utilizzano statistiche su misura (sempre fornite da Università USA, un paese dove il problema della criminalità e addirittura delle baby gang è sempre stato presente) per dimostrare la mancanza di effetti di tali provvedimenti e l'inefficacia dell'aumento delle sanzioni. E' evidente, però, che tale principio no ha permesso a sociologia e psicologia di stare al passo coi tempi compiere gli stessi progressi nella lotta alla criminalità. Le scienze e le tecnologie negli ultimi decenni hanno fatto passi giganteschi, ma non la lotta alla criminalità.
Per chi ha un minimo di conoscenza del mondo è facile dimostrare come sia errato il ragionamento e i dati che lo sostengono: Basta andare in quei paesi dove, a causa della dittatura o della religione, sono in vigore leggi durissime anche per reati minori quali il furto, e si potrà constatare come il crimine e' meno presente. Basta andare in un paese arabo e verificare come il prospettare la pena del taglio della mano determina una società dove non esistono porte blindate, allarmi o inferriate alle finestre che invece, da noi, trasformano in vite da reclusi le vite dei cittadini occidentali.
Ovviamente i casi sono estremi e sono solo esempio da non auspicare, il cui unico scopo e' quello di eliminare ogni dubbio sulla funzionalità' dell'effetto deterrente della pena.
E’ importante evidenziare come l’aumento o la diminuzione della pena o della sanzione (in termini di tempo o di denaro) NON dovrà cancellare quell’aspetto della pena le cui prerogative devono continuare ad essere l’orientamento al reinserimento sociale dell’individuo ed il rispetto dei diritti umani.
VANTAGGI PER I CITTADINI
L’introduzione di un meccanismo normativo strutturato nel modo sopra riportato, rappresenterebbe una epocale inversione di tendenza che fornirebbe alla pena un effetto maggiormente deterrente, a tutela non solo di chi commette un crimine ma anche di chi è potenzialmente orientato a commetterlo, e contrasterebbe in maniera più efficace il sorgere della devianza cosi come l'introduzione nel mondo della criminalità dei neo-criminali.
Non solo,
MENO POTERE ALLA POLITICA. Il ricalcolo automatico legato alle statistiche sottrarrebbe alla politica la possibilità di valutare la gravita' di un reato e sottrarrebbe ai giudici la responsabilità' di stabilire se un reato sia ancora da perseguire o meno (ad esempio: il turpiloquio e' un reato attualmente perseguibile o no?) Ma l'effetto piu' importante e' un altro: Attualmente, quanto
più’ un crimine viene commesso tanto più lo stesso crimine diventa parte dei “costumi” e viene sempre meno percepito come reato, determinando un inflazionamento dei reati, che si concretizza nell’innalzamento continuo della linea che separa il lecito dall’illecito.
MENO EMULAZIONE. Il nuovo provvedimento di aumento della pena in base all'aumento del reato contribuirebbe sensibilmente ad ammorbidire l’effetto “emulazione”, che si verifica in soggetti marginali, proprio nel momento in cui sono diffusi dati di crescita di un determinato reato (es. Tutti fanno le rapine, domani le faro' anch'io). A contrasto di ciò, la divulgazione dell’aumento delle pene aiuterebbe – per via del forte effetto deterrente – a contrastare l’effetto “emulazione”.
MENO TURISMO A DELINQUERE. Aumentare la pena di un reato che aumenta avrebbe anche la conseguenza di contrastare fortemente il cosiddetto “turismo per delinquere“, dovuto alla diseguaglianza delle pene tra i diversi paesi europei.
Questo recente fenomeno e' basato sul fatto che – grazie alla facilita’ di spostamento ed alla libera circolazione delle persone all’interno dell’UE - i malviventi si spostano per brevi periodi o addirittura si trasferiscono in quei paesi dove le pene per i reati che intendono compiere, risultano meno severe (es. se in Romania la pena per il furto e' di 5 anni di reclusione ed in Italia e' di 6 mesi, dove andranno a rubare i romeni?).
MENO LEGGI SPECIALI. Da non sottovalutare come l’introduzione di tale meccanismo di revisione, avrebbe la conseguenza di ridurre fortemente la necessita’ di ricorrere all’emanazione di “leggi speciali” le quali sono emanate spesso sull’onda emotiva di casi particolari, ridimensionando cosi’ l’importanza dell’effetto mediatico e demagogico che spesso influenza considerevolmente la promulgazione di una legge “speciale”.
MENO SPESE PER LO STATO. Dal punto di vista economico merita evidenziare: Quanto risparmierebbe lo Stato se diminuissero i detenuti nelle carceri e se diminuissero le forze di polizia? Certamente ci sarebbero meno versamenti IVA da parte di chi vende allarmi, porte e inferriate ma ciò non sarebbe un danno per lo Stato perché certamente i cittadini spenderebbero quei soldi per altre cose, magari destinandoli a oggetti di lusso con aliquote IVA superiori e quindi un ulteriore vantaggio per l'erario ed il debito pubblico.
MENO PERCEZIONE DEL CRIMINE. Ne uscirebbe avvalorata anche la percezione che hanno i cittadini riguardo la quantità' di crimini commessi, attualmente non aderente alla realtà grazie alla risonanza esasperata dai media ai fatti di cronaca e renderebbe migliore la vita dei cittadini.
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